venerdì 25 maggio 2018

Brunetta a #cartabianca







Renato Brunetta è in forma strepitosa, lo abbiamo visto non più di un paio di giorni fa Chez Bianca Berlinguer. Appare perfino ringiovanito. Le disgrazie lo rafforzano, le sconfitte gli donano vigore, l'ostilità popolare lo conforta.

La sua figura, questo va detto, è stata sottovalutata. Forse per via di quella inefficace prestanza fisica, forse per quel suo modo stridente di sorridere che lo fa assomigliare più ad una iena che ad un essere umano, ma sempre lo abbiamo catalogato come il fido scudiero di Berlusconi.

Non è così: oramai risulta chiaro che Renato Brunetta è sempre stato il capo. Lui era il Don Chisciotte, Berlusconi il Sancho Panza (la Santanchè, Dulcinea?). Sono stato poco attento, bastava dare un'occhiata alle caratteristiche teatrali: era Brunetta che aveva quella vena di follia che lo faceva sempre parlare a vanvera, negando anche l'evidenza. Il Cavaliere è grassottello e fanfarone: la tipica spalla teatrale condannata ad una fine grama.

Guardiamo come è andata a finire: “Sancho Panza” B. è stato disarcionato, mentre Renato “Don Chisciotte” Brunetta è ancora in sella, vaniloquente e fiero, e affronta le telecamere con sublime serenità, come chi sa che non è la pedestre realtà il terreno su cui misurarsi, ma i sogni e i mulini a vento.

E infatti, mentre Berlusconi impreca, bofonchia e bestemmia il Fato, l'altro continua solo e composto la sua delirante cavalcata.

Non c'è che dire: la tragedia gli dona, anche fisicamente. Fateci caso, sembra anche più alto...




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